L’emozione palpabile nella sala, il brusio soffocato dei flash fotografici, la tensione che si diffonde nell’aria come un profumo inebriante. Era l’edizione del 2014 del Festival del Cinema di San Sebastián, uno dei più prestigiosi eventi cinematografici europei, e Xavier Dolan, enfant prodige del cinema canadese, stava per ricevere il premio Donostia, il Leone d’Oro alla carriera. Il riconoscimento, solitamente attribuito a veterani del grande schermo, veniva conferito per la prima volta ad un regista così giovane: ventinove anni appena compiuti. Un segnale chiaro che il talento di Dolan non poteva rimanere ignorato.
La scelta di premiarlo fu vista come un gesto audace da parte della giuria del festival, ma anche una dichiarazione d’intenti per celebrare una nuova generazione di autori visionari e coraggiosi. Xavier Dolan, infatti, aveva già lasciato il segno nel panorama cinematografico internazionale con opere intense ed emozionanti che esplorarono temi come l’identità, le relazioni familiari, la solitudine.
Dalla cruda e autobiografica “I Kill My Mother” (2009), passando per il melodramma adolescenziale “Heartbeats” (2010) fino al complesso intreccio di “Laurence Anyways” (2012), Dolan aveva dimostrato un talento innato per la narrazione e una profonda sensibilità nel ritrarre i turbamenti interiori dei suoi personaggi. Il suo stile cinematografico, caratterizzato da inquadrature audaci, montaggi frenetici e dialoghi taglienti, aveva conquistato critica e pubblico.
Il Festival di San Sebastián, oltre a premiare Dolan, rappresentò un’occasione per presentare il suo ultimo lavoro, “Mommy” (2014). Un film che avrebbe segnato una svolta importante nella sua carriera, consacrandolo come uno dei talenti più promettenti del cinema contemporaneo.
L’Impatto di “Mommy”: Una Storia Straordinaria di Amore Materno e Rinuncia
“Mommy”, girato interamente in 1:1 aspect ratio, racconta la storia di Diane Després (Anne Dorval), una donna che si ritrova a dover affrontare da sola il figlio adolescente Steve (Antoine-Olivier Pilon), affetto da disturbo bipolare. La vita di Diane è un continuo susseguirsi di sfide, tra scoppi di rabbia del figlio, momenti di dolcezza e la costante paura per il futuro di Steve.
Dolan racconta con realismo crudo e senza compromessi le difficoltà della maternità in situazioni estreme, mostrando come l’amore materno possa essere messo a dura prova anche dai comportamenti più violenti e imprevedibili del proprio figlio. Il film non offre soluzioni facili, ma esplora la complessa dinamica tra madre e figlio con una profondità emotiva rara.
“Mommy” ricevette critiche entusiastiche da parte della stampa internazionale, ottenendo un punteggio di 9.2/10 su IMDB. Il suo successo fu determinato da diversi fattori:
- Un’interpretazione magistrale: Anne Dorval e Antoine-Olivier Pilon offrono due performance indimenticabili, riuscendo a trasmettere con autenticità la fragilità e il dolore dei loro personaggi.
- Uno stile visivo originale: Il formato 1:1, mai usato prima in un film di Dolan, enfatizza l’intensità delle emozioni e crea un senso di claustrofobia che riflette lo stato mentale dei protagonisti.
- Una colonna sonora memorabile: La musica di Dolan stesso contribuisce a creare un’atmosfera onirica e struggente.
Xavier Dolan: Una Stella Luminosa del Cinema Contemporaneo
Il Festival del Cinema di San Sebastián 2014 fu un momento importante nella carriera di Xavier Dolan, segnando il suo ingresso definitivo nel panorama internazionale. “Mommy” si rivelò un film di grande impatto, capace di emozionare e far riflettere su temi universali come l’amore materno, la difficoltà delle relazioni familiari e la lotta contro i propri demoni interiori.
Xavier Dolan continua a essere uno dei registi più interessanti e originali della sua generazione. Il suo cinema, caratterizzato da una forte sensibilità emotiva, sperimentazioni formali e una scrittura di alto livello, attira sempre un pubblico numeroso e appassionato.